Informazioni aggiuntive
Peso | 1,25 kg |
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Regione | |
Denominazione | |
Produttore | |
Vitigno/i | |
Altre caratteristiche |
Peso | 1,25 kg |
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“Les Jardins du Mesnil” della Maison Andre Robert è frutto delle uve che provengono dal Grand Cru di Mesnil. Vinificazione curata e affinamento in barrique, niente malolattica, fanno il resto per uno champagne chiamato “Les Jardins du Mesnil” ed il cui nome è evocativo. Da bere da solo, da bere in compagnia, a tutto pasto o solo perché ci va di aprirlo. Un ottimo champagne, bevibilissimo.
Colore giallo paglierino carico. Fine il perlage. Al naso un bel bouquet di frutta fresca e fiori bianchi con un finale minerale. Al palato è morbido e molto fresco con una persistenza notevole.
Dall’aperitivo al secondo tra mare e terra, con agilità ed equilibrio. Ecco come si pone a tavola questo champagne. Provatelo con un bel coquillage e non vi deluderà.
La Maison de Champagne André Robert è innanzitutto una storia familiare che comincia da lontano con Henri Robert che già nel periodo della prima guerra mondiale lavorava nelle vigne e trasmetteva alle generazioni future la passione.
Negli anni 1960 André Robert acquisice la maison con splendide cantine del XIX secolo dove ancora oggi riposa e si affina lo champagne prodotto. Il primo anno di commercializzazione fu il 1962 ed oggi l’azienda è condotta da Bertrand Robert e sua moglie Colette con l’aiuto della figlia Claire.
Il domaine ha 14 ettari, tra Grand Cru e Premier Cru a Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier anche se è il primo, a bacca bianca, il grande cuore dell’azienda. Oggi, questo vigneron indépendant, è un riferimento sia per il lavoro in vigna che per l’affinamento curato in barrique al fine di dare Champagne sempre migliori.
È un gran vino di champagne, è un gran vino da Chardonnay, grasso, tostato (legno), fresco su richiami verdi tipo il vetiver, con l’agrume certamente presente ma in foglia, anche la piccantezza da pepe. A tratti sembra di essere scesi in Borgogna, ma poi la freschezza e la sottile minera-lità da pietra focaia ci ricordano di essere in Cham-pagne. Va applaudita senza alcun dubbio l’intelligenza di Jean-Baptiste: ha sacrificato la territorialità (lo champagne è oggettivamente molto poco Le-Mesnil) probabilmente per non pagare pegno né alla solarità dell’annata, né all’inclinazione di questa per il Pinot Noir. Così la bocca è corretta, composta, equilibrata, delicata nella bollicina, cremosa nella gustativa, ancora grassa e agrumata. Chiusura ricca, ma senza mancare di sapidità. Molto buono.
90 punti Guida Grandi Champagne (Alberto Lupetti)
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