Ravarini V.S.Q. Pinot Nero 2018 – 31 mesi

35,00

1 disponibili

Informazioni aggiuntive

Peso 1,25 kg
Regione

Bio

Denominazione

Produttore

Vendemmia

2018

Vitigno/i

Descrizione

Prima annata prodotta ancora da scoprire/comprendere ma sempre ostinato tra annata e campo/vitigno che in questo caso sono estremamente caratterizzanti.

Pinot nero – sono registrati più di 1000 cloni è un incrocio spontaneo tra i più antichi, propagato per millenni in via vegetativa presenta molte varianti somatiche. Tra i più noti parenti l’antico Traminer (Savagnin) senza sapere chi sia il padre e chi il figlio. È difficile e capriccioso ama la luce ma è precoce quindi predilige climi freschi ma ventilati perchè soggetto a muffe… però se piantato nel giusto ambiente è tra i vitigni che sa meglio esprimere territorio e vignaiolo con vini ineguagliabili. Fine e moderato in gioventù dai tannini, al colore tenue al frutto tipo lampone acidulo ma sa invecchiare come pochi.
età media viti: 22 anni – allevamento: guyot

Monticelli Brusati/località Palanca – a nord si apre in una piccola gola di medio/alta collina circa 370m su un terrazzamento esposto a sud/ovest circondato dal bosco grande protettore e gestore di un microclima costante e ventilato. Il sottosuolo è una marna scura friabile, stratificata, sembra ardesia (ma non ancora analizzata) in superficie è ricoperto da depositi argillosi e ferrosi color rossastri. Luce, vento, frescura e terreno ricchissimo di nutrienti (raro)
estensione: 0,5 ha

Imprenditoriale – purtroppo di antichi vitigni autoctoni se ne è persa traccia se non in qualche scritto ma ormai quasi scomparsi per scelta o per poca qualità non saprei. Le uve e il metodo/sistema sono stati una scelta imprenditoriale corretta per raggiungere una fama così grande in così poco tempo circa 60 anni.

Gigi è semplice e diretto nato tra i vigneti di Monticelli, rarissimo esempio vivente delle origini del posto riesce a trasmettere l’autenticità agricola di un tempo gestita da nobili, monaci e lavorata con sudore e fatica dai contadini.
Artigiano felice – in campagna circa 50/70 q/ha, lavorazioni meccaniche e trattamenti di sola copertura, in cantina solo prima pressatura a piatti orizzontali di un solo campo, fermentazione spontanea e affinamento min 10 mesi in acciaio, solo travasi per illimpidimento delle basi, aggiunta di zucchero e lieviti bio per presa di spuma, affinamento sui lieviti per min. 30/40 mesi, sboccatura e ricolmato con stesso vino, di fatto un Millesimato Non Dosato,
Biologico. Etichetta trasparente “un modello”, puro vitigno/campo/annata.

“Il Vino va vissuto credendo in lui, non nel mercato”
Gianluigi Ravarini

Gianluigi Ravarini (Gigi) è una delle rare testimonianze che dimostra come l’agricoltura e la viticoltura in Franciacorta sia un’arte vissuta sia in prima persona che dalla collettività, attraverso la passione e il sostegno alla famiglia. Ufficialmente l’Azienda Agricola nasce nel 1971 grazie al padre Bortolo, detto Piero (infermiere) come mezzadro di 1,5 ettari piantati a vite. Agli inizi produce vino sfuso e qualche centinaio di bottiglie in maniera naturale, unico modo conosciuto di fare vino. Proprio in quel periodo però, iniziano i primi movimenti imprenditoriali che cambiano gli equilibri, fino ad arrivare agli Anni ‘90 dove con la forza acquisita si inizia ad acquistare uva per produrre Franciacorta.
Nel 2002 dopo varie esperienze in altre cantine e anni da conferitore di uve, prende ispirazione e coraggio dall’amico Giovanni (Gigi) Balestra e inizia così il suo percorso da vignaiolo artigiano in collina. Si riappropria dell’espressione che vuol trasmettere del suo territorio il vino di Monticelli Brusati. Ad oggi Gigi segue personalmente 6 ettari in maniera naturale (dal 2015 certificato bio) tra cui 4 a vite e 2 tra oliveto e bosco dove ricava i pali per i sui vigneti. Crede inoltre, che la piccola zona di Monticelli, che spazia da origini moreniche e alluvionali ricche di minerali, argille, calcare, torrenti e venti, si distingua bene dal resto della Franciacorta. Per esprimere al meglio queste differenze, sceglie di produrre in maniera naturale utilizzando solo acciaio e cemento. Gigi è inoltre il primo a dichiarare in etichetta tutti i prodotti utilizzati. Il suo Franciacorta, un solo vino (circa 3.000 bott./anno) senza dosaggi e interamente figlio di un’annata (con affinamento di minimo 30/40 mesi), viene proposto in quantità limitate per altri due anni, prolungando l’affinamento ed evidenziando il carattere d’annata e non corretto del vino. Nel 2002, come sperimentazione, ha piantato probabilmente il primo vigneto di Pinot Meunier della Franciacorta. Di questo vitigno va alla ricerca della sua miglior espressione attraverso microvinificazioni tra rosati, metodo classico Blanc de Noir e Rosè. Come da tradizione non mancano i vini fermi. Anche in questo caso è una continua sperimentazione tra Cabernet Franc, Chardonnay, Merlot, Pinot Meunier, Nero. Che soddisfazione, finalmente una realtà Franciacortina artigiana che senza paura e senza seguire le regole del mercato sperimenta liberamente territorio e vitigno cercando di trasmettere passione e cultura agricola.

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