Informazioni aggiuntive
Peso | 1,25 kg |
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Regione | |
Denominazione | |
Produttore | |
Vendemmia | 2021 |
Vitigno/i |
Peso | 1,25 kg |
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Regione | |
Denominazione | |
Produttore | |
Vendemmia | 2021 |
Vitigno/i |
Il Freisa di Giacomo Fenocchio è un vino che sa mostrare il lato più godibile e immediato della terra langarola. Inoltre, la provenienza è di tutto rispetto, non a caso ci troviamo presso Monforte d’Alba, sottozona Bussia. Già questo basta ad introdurre un vino che vuole essere lo specchio del suo territorio, così come vuole il suo illustre vigneron. Stile.
La sottozona è uno dei fulcri territoriali più ambiti della Langa, in special modo per produrre i più pregiati Barolo, quindi la scelta di piantare viti Freisa da parte della cantina è lodevole ed esprime la volontà di non seguire troppe mode, ma di cercare espressività anche con vitigni diversi. Il suolo della zona mostra una notevole presenza di sedimenti argillosi, di marne blu e tufo; il vigneto è esposto ad Ovest e l’altitudine media è di 300 metri sopra il livello del mare. In cantina le uve vengono avviate a fermentare in vasche di acciaio in maniera spontanea con i soli lieviti indigeni, rimanendo a contatto delle bucce per 10-12 giorni circa. L’affinamento è diviso in due momenti: 6 mesi in acciaio, seguiti da altri 6 mesi in botti di rovere di Slavonia. Breve sosta in bottiglia.
Il Freisa è un vino di color rosso rubino intenso. Al naso è intenso, speziato, fruttato e dalla lunga persistenza floreale. Asciutto al palato, tannino lievemente percepibile, dal piacevole retrogusto fruttato e ben bilanciato da un’ottima freschezza, che richiama un altro sorso. Eccellente con la cucina etnica.
I Fenocchio sono una famiglia di Monforte, viticoltori da generazioni, ma è stato con Giacomo, negli anni Settanta, che è cominciato il fantastico sviluppo dei loro vini. La cantina è stata fondata nel 1864, ed oggi sono Claudio e Albino Fenocchio a guidarla in quel panorama vitivinicolo straordinario che è Bussia di Monforte. La filosofia produttiva che contraddistingue questa storica cantina piemontese è quella della tradizione, fatta di un attento lavoro nei vigneti e di vinificazioni lunghe con l’utilizzo di grandi botti in cantina. Il risultato è davvero eccezionale e sbalorditivo: un vino fine, giocato sull’eleganza e dai toni delicati tipici della varietà di Nebbiolo.
Le uve vengono coltivate nel vigneto Bussia, 4 ettari di terreno esposti a sud-ovest su terreni argillosi e calcarei, ricchi di ferro. Dal 1972 l’azienda possiede anche un vigneto a Cannubi, mentre dal 1995 fa parte della proprietà anche un vigneto a Villero, altro cru storico, altamente vocato.
La coltivazione in tutti i vigneti è basata sui principi di sostenibilità volti a ridurre sempre di più l’impatto ambientale. Tutto questo ha portato Claudio a vinificare con mano sicura, senza consulenza, in modo tradizionale e riducendo al minimo gli interventi in cantina, ottenendo come risultato dei vini sinceri, rispettosi del terroir e dell’annata; vini lontani dall’omologazione, ma incredibilmente affascinanti per i loro intensi aromi e profumi: in un una parola, unici.
Sono le parole dello stesso Claudio a chiarire la filosofia che sta dietro alla produzione di queste perle enologiche del Piemonte: «Il nostro Barolo resta cinque mesi in tini di acciaio inox e due anni in botti di rovere di Slavonia di grande capacità ed è affinato in bottiglia per un anno. Si evitano dunque i passaggi in barriques, che sarebbero eccessivamente aromatizzanti, per mantenere il più possibile il carattere unico di questo vino. Il passare del tempo conferirà profumi complessi e intriganti, per palati pronti a cogliere la piacevolezza di aspetti mai scontati, di grandissimo carisma».
Così nascono vini che sono autentica espressione di un territorio: con l’amore e la dedizione che solo dei produttori innamorati della propria terra riescono a fare.
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